
Casa sul Pozzo

La Casa sul Pozzo nasce nel 2000 come realizzazione di un sogno iniziato trent’anni prima. Il nome richiama il simbolo del pozzo, luogo di condivisione e risorsa comune per tutti. La casa è un punto di riferimento per chi cerca accoglienza e relazione, senza distinzioni di appartenenza.
Nata da un fienile del ‘600, è stata un tempo laboratorio meccanico e ha sempre avuto un ruolo nella vita della comunità locale. L’obiettivo del progetto è stato quello di creare uno spazio dove le persone potessero incontrarsi e convivere, andando oltre le differenze etniche e religiose, per riscoprirsi nella loro umanità condivisa.
Oggi ospita ragazzi italiani e stranieri, mamme con bambini, gruppi di studio e formazione. Il motto “Venne senza visto” ne esprime l’essenza inclusiva, mentre la frase “Siamo tutti sulla stessa barca” ricorda la necessità di solidarietà.
La Casa sul Pozzo è un luogo vivo che dimostra che un altro mondo è possibile.
Alcuni dei Segni della Casa
Segni, appunti, tracce, intuizioni che raccontano un universo simbolico, sono i fili conduttori della Casa.
La Strada è il mondo.
Il Portone la possibilità di entrare,
ingresso storico di uomini, donne, carri e animali, nella corte.
Il Pozzo è il luogo dell'incontro, per il sostegno reciproco.
La Feritoia è simbolo di raccolta e convogliamento.
L'Ulivo è approdo di pace.
La Fontana dell'acqua è la spiritualità.
La Carta di Peters è una egualitaria rappresentazione del mondo.
Il Muro della Memoria, raccoglie e dichiara le fonti che aiutano a comprendere le vite, le scelte, le decisioni e le alleanze.

Il Pozzo
________________________________ I pozzi, in tutte le culture, sono stati fonti di vita, condizione basilare per la sopravvivenza di un popolo, sempre preoccupato per la mancanza di acqua. Questo pozzo non ha un anello circolare ma è uno "scavo verticale", che ha trovato l'acqua a meno di due metri di profondità. Raccoglie quella che viene dalla montagna. Definisce l'identità di questa casa perchè vorremmo che tutta la vita si raccogliesse nel permettere che le diversità si possano incontrare. Il pozzo, come la casa, non è per gli eguali: per religione, cultura, identità etniche, appartenenze politiche ed economiche, ma è luogo di possibili incontri e sostegni reciproci.

Il Muro della Memoria
________________________________ l Muro della Memoria, inaugurato nel 2005, raccoglie i nomi di bambini, donne e uomini con cui la comunità della Casa ha condiviso un cammino di ricerca e sostegno reciproco, ricordando le scelte e le alleanze che hanno segnato la loro storia

La Carta di Peters
________________________________ La Carta di Peters rivoluziona la nostra percezione del mondo, restituendo a ogni continente le sue reali proporzioni e sfidando la visione distorta della classica proiezione di Mercatore. È una mappa che non solo informa, ma fa riflettere su geopolitica ed equità, ribaltando il modo in cui guardiamo il pianeta.

La Fontana della Pace
________________________________ La parola pace è tradotta in 250 lingue, incisa da acqua su una lamiera color ruggine. L'acqua cade in una vecchia pietra di uso domestico. E' il segno con il quale si consolida il cammino di questa casa: luogo di operatori di pace e laboratorio di possibili percorsi di pace.

L'Ulivo
________________________________ E' sulla direttrice della porta, del pozzo, del taglio netto della corte. E' pianta di memorie e di affetti, di frutti, di sapori e di bellezza. E' segno di pace e di vittoria. E' augurio per quanti entrano.

La Fenditura della Corte
________________________________ E' ferita e cicatrice, richiamo di fatica e di valorizzazione dei momenti difficili; è connessa al pozzo e all'ulivo trovando così senso e prospettiva.

I Simboli di Alcune Religioni
________________________________ Da Natale 2012 questi simboli, suggeriti da Mino Cerezo, accoglieranno chi entra nella Casa come segno di dialogo tra gli uomini delle diverse religioni


Il Portico o Caravanserraglio
________________________________ Il Caravanserraglio è uno spazio ispirato agli antichi luoghi di sosta orientali, crocevia di viaggiatori e scambi culturali lungo la Via della Seta. Pensato per adolescenti in continuo movimento, offre loro un luogo temporaneo dove sostare, confrontarsi e sviluppare progetti senza vincoli di appartenenza. Qui possono partecipare a laboratori, eventi autogestiti e attività creative, trasformando ogni incontro in un’opportunità di crescita e scoperta.

Gli abitanti della Casa
Questa casa, della quale abbiamo tracciato una breve guida, la si capisce a partire dalle storie di quanti vi approdano. Le storie sono tante e diverse, un movimento di persone.
"... c'è un movimento che si sta espandendo, facendo entrare in crisi il sistema internazionale, che non riesce a reprimerlo. Ci sono quantità immense di persone che si muovono da un mondo all'altro e questo flusso non si può più fermare. Credo che non si tratti solo di una migrazione di uno spiazzamento fisico, si stanno muovendo le sapienze e le religioni, e forse ancor di più le fedi di queste persone. E' un movimento mondiale che a me piace chiamare "nuovo nomadismo". Queste persone si muovono con un motivo molto concreto che a molta gente dà fastidio: è il movimento del diritto a vivere e costruire un altro tipo di vita. Senza saperlo, oppure sapendolo, cambiano il movimento della storia, perchè ci costringeranno a vivere in un altro modo, costringeranno le politiche ad essere diverse".
La Casa sul Pozzo è un piccolo laboratorio di questa umanità o se volete è un'oasi nella città-territorio e dell'oasi deve rispettare le esigenze; le esprimiamo con le parole del geografo Andrea Pase:
Le oasi "non sono, come può sembrare, luoghi baciati dalla fortuna in cui la natura tanto amorevolmente e gratuitamente concede agli uomini ciò che nega nel deserto: acqua, verde, ombra... Le oasi, partendo sì da alcune condizioni minime, sono il frutto dell'opera paziente ed ingegnosa di captazione delle acque, di irrigazione sapientemente regolata, di costumi sociali di cooperazione, di leggi nella spartizione dell'acqua, di trasmissione delle tecniche nel tempo, di memoria delle generazioni precedenti.
Quanto può sembrare naturale tanto un'oasi è territorio costruito, pensato, dotato di senso dalle comunità umane. Non sono anonime, tutte uguali: ognuna ha i suoi sistemi, le sue conoscenze, il suo rapporto con l'ambiente intorno".

Così la Casa sul Pozzo e il progetto Crossing non sono rifugi ideali ma luoghi di sintesi di itinerari pedagogici, di significati sperimentati e trasmessi, di coesistenza di energie positive. La Casa non è l'inizio di una filiera di riproduzione di servizi che si possono moltiplicare, ma è l'espressione di una visione spirituale e politica della città; i due elementi giocano insieme, sono inscindibili, si sostengono e si guardano: spiritualità e politica. Spiritualità nella dimensione più profonda e non rituale e ripetitiva; il mistero che abita la carne di ogni uomo sostiene le fatiche di trovare un'unità interiore, di aprire ad un colloquio di fraternità universale, di sperimentare di essere casa personale del Dio vivente di avere un colloquio fiducioso e filiale con lui e con ogni uomo.
Politica è la visione appassionata e armoniosa di una vita tra uomini che si riconoscono abitanti la stessa terra anche se diversi per radici e per cammini, capaci di organizzare una vita che sia attenta ai più vulnerabili e di aprirsi ad una convivialità rasserenante, cioè che abbia cura di tutti e che abbia a cuore il destino di vita di ognuno.
Per fare sintesi tra vita spirituale, personale e collettiva ci vogliono "spazi di incontro" dove ravvivarne il senso. Tutti gli incontri sono preziosi e devono essere "politici", come dice la teologa domenicana Antonietta Potente, cioè aprono a cammini di cambiamento.
Gli abitanti de La Casa sul Pozzo sono chiamati ad "essere pellegrini dentro l'esperienza di spiritualità degli uomini". (Pannikar)